giovedì 17 luglio 2008

Pasquale!!!…ovvero: «Chissà questi stupidi dove vogliono arrivare?»


Come si dice, ridiamo per non piangere.

In una bellissima gag presentata da Totò nel 1966 a Studio Uno, il grande poeta della risata racconta alla sua storica spalla Mario Castellani di aver incontrato uno sconosciuto grande e grosso, che apostrofandolo ripetutamente col nome di Pasquale, lo ha rimpinzato a più riprese di mazzate. Piccola digressione, a sottolineare la bravura di attore di Totò. Non ho usato a caso il termine “rimpinzare”: il principe De Curtis racconta infatti l’episodio con un fare ed espressioni tali, che quasi sembra renderci partecipi di una pantagruelica scorpacciata di piatti succulenti, anziché di una sonora spazzolata di botte.

La cosa buffa è che, nel suo resoconto, ad ogni nuova scarica di legnate Totò reagisce con altrettante sonore risate spiattellate in faccia all’ignoto energumeno, sottolineate dal più sincero moto di incredulità: «Chissà questo stupido dove vuole arrivare?»

Al che, alla fine, Mario Castellani non può esimersi dal chiedere, stupito: «Ma come, non hai reagito? Sei stato lì a prenderle?». Con cristallina paradossalità, spiega Totò: «Ecché mmmé frega aaa mmmé? Mica mi chiamo Pasquale, io…».

L’impagabile scenetta, mi torna spesso alla mente in questo periodo, ogni volta che mi fermo al distributore per fare benzina. Sono anni che adotto una strategia di difesa contro il caro carburante che è piuttosto in sintonia con lo spirito della scenetta di Totò. Ad ogni nuovo rifornimento, astuto come un cervo, io metto sempre dentro la stessa cifra di fuel. Trentamila, negli anni di piombo della gloriosa Liretta, e venti carte, in questa epoca verde speranza malpagata in Euro “tromboneschi” (nella duplice accezione di “sopravvalutata sodomia”, derivabile dalla fusione di “trombone” e “trombare”).

La mia ironica misura difensiva ha tuttavia una qualche efficacia finché regge l’illusione. Ma da quando le visite al benzinoforo hanno iniziato ad infittirsi con la frequenza preoccupante alla quale sono aduso ultimamente, allora sì che il mio candido escamotage, anche senza palesarsi in pieno come il “re nudo” degli stratagemmi, tende sempre più a rivelare il proprio culo parecchio scoperto.

Ecco dunque che nell’attimo in cui il benzinaro mi restituisce la chiave e mi ringrazia con fare cortese dopo la chiusura del tappo, quasi mi pare di sentirlo sussurrare: «…Pasquale!!!…», e io ringrazio a mia volta per la gentilezza, e sorrido di gusto, mentre fra me e me risuona familiare l’eco del comico interrogativo partenopeo: «Chissà questi stupidi dove vogliono arrivare?».

Così, cosa dire di più…quasi mi spiego come mai gli italiani ormai non si incazzino più di tanto, di fronte all’aumento vertiginoso del prezzo della benzina, oppure alla notizia di sempre nuove e mirabolanti “sporcherie”, siano esse di origine politica o di altra natura…ecché jjjé frega? Mica si chiamano Pasquale, loro….

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