domenica 26 ottobre 2008

Senso dell’arte e della pittura: un particolare linguaggio al servizio della conoscenza

(Foto di Gillipixel)


In tempo di idee magre, non si butta via niente, un po' come con il maiale. Così, beccatevi questo pipponcino culturale che ho scritto per tutti altri scopi, ma che pensandoci su mi è sembrato degno di poter fare anche qui sul mio blogghetto la sua porca figura (tanto per ribadire le modalità suine dell'operazione)...potrebbero seguire altre puntate, e questa è una minaccia in piena regola...

-----------------------------------------------------------------

Se dovessimo indicare l’essenza, il significato, l’obiettivo supremo che l’arte si pone, il movente più profondo che ha spinto nei secoli l’uomo ad esprimersi attraverso le forme artistiche, potremmo dire che l’arte (e l’arte figurativa in particolare) è uno strumento di indagine del senso della vita ed un tentativo di approfondire la comprensione della realtà.

Cosa distingue l’arte figurativa da altre dimensioni della conoscenza umana (filosofia, scienza, letteratura, ecc.)?

Il suo linguaggio particolare.

Nel caso della pittura, questo linguaggio usa come parole proprie le linee, le figure e i colori.

Servendosi di queste parole, la pittura esplora e può afferrare significati della vita e della realtà, e del rapporto fra vita e realtà, raggiungibili solo attraverso gli strumenti del suo linguaggio.

La filosofia, la scienza, la letteratura, ecc. non possono dire quello che l’arte figurativa dice, e in particolare quello che dice la pittura.

In questo senso, in quanto a complessità e a profondità conoscitiva, un quadro o un affresco di uno dei grandi autori che hanno segnato le tappe fondamentali della storia dell’arte possono essere benissimo assimilati ai più articolati dei discorsi filosofici, oppure alle più ardue teorie scientifiche, oppure ancora alle pagine più intense di romanzieri e poeti illustri.

Per chiarire meglio il concetto estremizzandolo, si può aggiungere che il tentativo di tradurre i significati dell’arte (nel nostro caso della pittura) nel linguaggio delle parole vere e proprie (che è alla fine il mestiere del commentatore, del critico d’arte), pur essendo un’operazione indispensabile, è al tempo stesso un’operazione che rimarrà alla fine una battaglia parzialmente perduta.

Quello che la pittura ha da dire, ce lo può dire solo essa stessa, quando le stiamo di fronte dal vivo. La stessa riproduzione fotografica perde lungo la strada molti dei significati dell’originale, e le parole della critica sono un utilissimo cammino parallelo a quei significati, ma non potranno mai dire esattamente ciò che il quadro dice con le sue parole fatte di linee, figure e colori.

«Se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe», affermava lo scrittore francese Albert Camus.

L’espressione artistica nasce dunque nel momento in cui l’uomo sente tutti i limiti dei linguaggi codificati (com’è il parlare proprio del senso comune) ed avverte la necessità di indagare il senso del mondo e della vita raccontandoli con linguaggi nuovi (poesia, pittura, scultura, letteratura) che sappiano dire cose esprimibili solo nella loro particolare dimensione comunicativa.

Nessun commento: