martedì 2 dicembre 2008

Del SarchiaGuffin, ovvero il MacChiapone

(Foto di Gillipixel)

Rimanendo in tema di artifizi o stratagemmi cinematografici e narrativi, vorrei sottolineare oggi l'importanza del "sarchiapone".
Detta così pare proprio che vi stia prendendo in giro, ma lasciatemi spiegare.
Alcuni ricorderanno lo strampalato e simpatico nomignolo associato ad una celeberrima scenetta recitata ai tempi della tv in bianco e nero da Walter Chiari e Carlo Campanini.
Ma saranno in pochi coloro a sapere come del concetto "sarchiaponesco" lo stesso maestro del cinema Alfred Hitchcock abbia fatto spesso uno dei punti cardine delle trame dei suoi film.
Lo sketch di Walter Chiari si svolgeva nello scompartimento di un treno. Campanini viaggiava con una gabbietta coperta da un telo, e con una scusa, informava gli altri viaggiatori che dentro al piccolo contenitore c'era un animaletto poco conosciuto, un sarchiapone appunto.
Da quel momento, la curiosità si metteva a regnare sovrana nella piccola comitiva, e Campanini se la gustava alimentandola sempre più, aggiungendo particolari sulle caratteristiche dell'enigmatico animaletto che, lungi dal chiarire le idee, non facevano altro che aumentare l'alone di mistero intorno ad esso.
Via di questo passo, il bravo attore faceva leva soprattutto sul senso d'orgoglio degli altri viaggiatori di non palesare la propria ignoranza, cosa che riusciva particolarmente efficace con Walter Chiari, che abboccava al tranello millantando conoscenze sarchiaponesce eccezionali.
Dopo un crescendo di rivelazioni (sempre più "efficaci", ma al contempo sempre più nebulose) sulla temibilità della bestiola, tutti i viaggiatori sceglievano di cambiare scompartimento ormai terrorizzati da quella tremenda belva nella gabbietta, mentre il solo Walter Chiari rimaneva con Carlo Campanini, vincendo la propria paura pur di non smentire la sua cultura sarchiaponica.
La scenetta si concludeva con la rivelazione dell'identità della bestiola: il sarchiapone non esisteva, la gabbietta era vuota, era una pura invenzione per spaventare i viaggiatori e ritrovarsi nell'agio di un bel scompartimento vuoto tutto per sè.
All'invenzione narrativa che sta dietro allo sketch del sarchiapone, fa riferimento anche Hitchcock in una lunga e bellissima intervista rilasciata a Francois Truffaut, divenuta poi uno dei più bei libri mai scritti sul cinema.
Il meccanismo è il medesimo, compresa l'ambientazione sul treno, con la differenza che, il tremendo animaletto, il mago del brivido lo chiama "MacGuffin".
Che cos'è dunque il "Sarchiapone-MacGuffin"nei film di Hitchcock? E' esattamente un "mistero vuoto", un pretesto che calamita la curiosità dello spettatore intorno al suo "essere nascosto" e si carica talmente di aspettativa e di suspence, da far perdere l'importanza della sua effettiva motivazione, se non della sua esistenza stessa.
Un MacGuffin clamoroso Hitchcock lo mette in gioco nel bellissimo "Intrigo internazionale" (con un lunatico Cary Grant e una divina Eve Marie Saint): sfido chiunque di voi che abbia ben presente la trama del film (è quello che si conclude con la celeberrima scena a picco sulle teste dei presidenti d'America, scolpite sulle pareti rocciose del Monte Rushmore) a indicare il motivo vero di tutta la sarabanda di rocambolesche vicende in cui viene coinvolto Cary Grant.
La "causa" per cui i cattivoni di turno (James Mason e un giovane Martin Landau pure) si arrabbattono tanto a rendere la vita impossibile al povero Cary Grant, non viene mai spiegata, nemmeno alla fine della storia, proprio perchè non ha nessuna importanza che sia una formula legata agli armamenti nucleari oppure un segreto industriale: quel che conta è che, forte del suo nascondimento (proprio come il sarchiapone nella sua gabbietta), la "causa" tenga alta la tensione, l'attenzione e la curiosità nello spettatore.
Traslando il concetto dal cinema alla vita quotidiana, è interessante infine notare come siano in molti coloro che fanno del sarchiaponismo uno stile di vita.
Per fare solo alcuni esempi ecaltanti che mi sovvengono al momento, si potrebbe citare il grande playboy che infila prede amorose una dietro l'altra soprattutto curandosi di tener alimentato il suo stesso mito, oppure il piccolo imprenditore ambizioso che a colpi di sarchiaponate, crea dapprima un impero mediatico, riuscendo, vieppiù MacGuffinneggiando, a diventare addirittura capo del governo (e come nelle migliori pellicole, ogni riferimento a persone o fatti realmente esistiti è puramente casuale).

2 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

stamattina sarà che ho un neurone solo funzionante, ma non ho tanto ben capito il sarchiapone politico... ho dei sospetti ma ancora non mi si è snebbiato bene il senso :-D buonagiornata

Gillipixel ha detto...

eeheheehhh...ebbene sì, ammetto di di essere un po' nebuloso certe volte, nelle mie esposizioni...e confesso pure che spesso non capisco nemmeno bene io quel che scrivo...come in questo caso, è una cosa di cui ho sentito parlare, ma non son sicuro di aver afferrato bene: parlavano di bere un certo vino Lusconi...Bere Lusconi? Boh, me la dovrò far spiegare meglio...la sola cosa che so è che in Italia sono in tanti quelli abituati a bersi di tutto :-))))))))) Buona giornata a te, Farly :-)