sabato 28 marzo 2009

Il fagiano ombrellaio


Quando l'uomo mette troppo le zampe nelle faccende della natura, possono derivarne anche disastri notevoli e gravissimi scompensi ambientali, come purtroppo ben tutti sappiamo.
Ma a volte, fra le pieghe dell'andazzo generale, si possono anche cogliere piccoli sorprendenti segnali di compensazione, che offrono in un certo qual modo la misura della saggezza secolare degli elementi naturali.
Da qualche giorno è arrivato un piccolo amico, dietro casa. Si tratta di un fagianotto stupendo, che zonza sereno nei paraggi.
Non ha eccessiva paura degli umani.
Mantiene le giuste distanze, ovvio, mica vuole averci a che fare più di tanto con dei bipedi balordi che non hanno nemmeno le ali e si credono importanti per il solo fatto di viaggiare su scatole di lamiera che scoreggiano veleni nell'aria.
Ma a parte un doveroso sospetto di prammatica, per il resto pascola placido nei campi vicini all'abitato.
Non lo so per certo, ma l'insolita visita di questo bell'esemplare di pennuto credo sia il risultato di un'operazione umana che già a partire dalla bruttezza del termine con cui è definita, denota un certo qual senso di squallore: "ripopolamento".
In pratica, lepri e fagiani vengono immessi artificialmente sul territorio per poi aver modo di sparare a qualcosa durante la stagione venatoria. E con tutto il rispetto per le passioni e per le idee altrui, se non è distorsione mentale questa...boh...
Non mi sono messo tuttavia a scrivere oggi per imbastire una polemica.
L'ho fatto solo per farvi notare la genialità di Umby.
Sì, non gliel'ho chiesto, ma secondo me il fagianotto visitatore si chiama Umby (dall'inglese "umbrella").
Perchè, anche senza averlo visto materialmente compiere l'atto, me lo immagino che in cuor suo, mentre passeggia serafico nella terra di nessuno compresa fra abitato e zone più interne libere alla caccia, idealmente compie tanti piccoli gesti dell'ombrello all'indirizzo degli uomini
Un ombrellino ad ogni passetto che allunga fra l'erbetta: "...Tiè!!!...".
Come un ladro penetrato nella villetta videosorvegliata, Umby si accaparra il suo spazio di campi privi di pericolo badando bene di starsene sempre dietro la telecamera.
Non volevo rompergli le scatole più di tanto. Ho usato anche il teleobiettivo, per stare più lontano possibile. Ma alla fine Umby, pur senza panico nè agitazione, si è comunque lentamente scostato da me.
E anche se il mio non era il botto di una fucilata, ma un ben più benevolo clic, nondimeno, mentre Umby zompettava bel bello verso il largo dei campi, mi è parso di sentire in sottofondo il netto "ssshhh-ciaaakk!!!" che fa il palmo aperto quando impatta sull'incavo fra braccio ed avambraccio.
E ne sono andato fiero.

2 commenti:

farlocca farlocchissima ha detto...

me sta simpatico umby :-) salutamelo

Gillipixel ha detto...

ehehhe..sarà fatto, Farly..grazie per aver letto :-)