sabato 18 settembre 2010

La meraviglia del mondo dura tre giorni…


Cari amici viandanti per pensieri, oggi vorrei sottoporre alla vostra diligente ponderazione la seguente breve frase: «…La meraviglia del mondo dura tre giorni: ieri, oggi e domani…».
Chi mai l’avrà pronunciata? Vi starete domandando…Forse un esperto di mass-media? Un guru della comunicazione, uno smaliziato frequentatore dei più scaltriti retrobottega pubblicitari e dei sobborghi dell’advertising più avanzato?

Niente di tutto ciò.
Quale non è stata infatti la stessa mia meraviglia nel sentire pronunciare quel sintetico e modernissimo concetto dalla cara voce di una mia anziana zia, in un tardo pomeriggio delle recenti giornate estive, trascorso nel bighellonevole e fondamentale impegno di scacciare le mosche che si insinuavano moleste fra le nostre chiacchiere.

La cosa ancor più sorprendente per me, è stato sapere che mia zia, pronunziando quella sapida massima antica dal sapore così moderno, stava a sua volta citando uno degli adagi preferiti dalla sua adorata bisnonna. Che a questo punto, se la scienza genealogica non m’inganna, dovrebbe esser stata mia trisavola.
Più precisamente, le parole originarie andrebbero riportate nel loro nativo idioma vernacolare di Gillipixiland, per cui suonerebbero grosso modo così: «…La meravilia dal mónd la düra trì dé: iér, incö e d’màn…»

Ad ogni modo, fatti due calcoli, considerato il coefficiente temporale ziesco, senza per altro rivelare la sua effettiva età per delicatezza (ma vi assicuro che è ragguardevole), e tenuto conto altresì della costante amplificativa bisnonnale, se la matematica non è un’opinione, si tratta alla fine di una sentenza già in auge circa un secolo fa, e passa.

Tuttavia, all’udir quella sentenza, mi è bastata una fugace scorribanda fra i pensieri, per farmela apparire subito modernissima, pur nella sua semplicità, e forse ingenuità.

Chi si ricorda già quasi più, oggi, della marea nera nel golfo del Messico?
Chi si ricorda già quasi più, oggi, della legge bavaglio?
Chi si ricorda già quasi più, oggi, delle escort del premier?
Chi si ricorda già quasi più, oggi, di Claudio Scajola, della lista Anemone, ecc.?
Chi si sta già ricordando quasi più, oggi, dell’appartamento di Fini a Montecarlo?
Addirittura, chi si sta già ricordando quasi più, oggi, a distanza di pochissimi giorni, del reverendo Jones e della sua sciamannata iniziativa del “burn a coran day”?

“Chi si ricorda” non è forse l’espressione più consona, ma rende l’idea. In realtà non è un effettivo oblio, ciò che quei temi e quelle notizie hanno patito. E’ chiaro che se vengono menzionati, ciascuno ricorda bene quei fatti. Il fenomeno che li ha travolti è piuttosto una sorta di inesorabile svalutazione comunicativa.

Ho già citato in un’altra occasione il seguente interessante passaggio, ma mi sembra utile riprenderlo qui:

«…La comunicazione è l’opposto della conoscenza. E’ nemica delle idee perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti. L’alternativa è un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo ma lo muove…».

Contro la comunicazione
Mario Perniola - 2004

Il sistema pervasivo della comunicazione così come oggi lo conosciamo tende a ridurre ogni significato alla sua pura dimensione quantitativa. Di conseguenza tutto quanto è trasmesso, si soppesa nei termini valutativi di un “tanto”, opposto ad un “poco”.

E quand’è che una notizia è tanta? Quando suscita clamore.
Ma il clamore ha durata limitata, è merce a breve scadenza, ecco perché il meccanismo comunicativo necessita sempre di nuovo clamore da mettere sugli scaffali del grande supermarket informativo.

Tutto questo si avvicina molto ad un sistema di trasmissione, se non di “non sensi”, perlomeno di scarsi sensi: ciò che domina alla fine è il “rumore”. E, senza voler fare dello snobismo intellettualoide di bassa lega, si può aggiungere che chi “patisce” di più il fenomeno sono le menti “sprovvedute”, gli individui più indifesi culturalmente, che tendono a trasformarsi in puri “recettori di rumore”, in meccanici e neutrali “reagenti” al clamore, con scarsissimo spirito critico a disposizione e poche o nulle facoltà di analisi dei contenuti di quanto ingurgitato comunicativamente.

Come dicevo, non è tanto per voler fare dello snobismo facile, proprio perché di quegli sprovveduti culturali io stesso mi sento sovente parte: quando si parla di argomenti “tecnici” a me pressoché sconosciuti (un esempio banale, ma verissimo: la politica), trattenendosi però alla sua superficie, come si fa quasi di regola da parte dei comunicatori di professione, ecco che sono automaticamente pure io fra la massa degli “inermi culturali”.

Dice: eh sì, va beh! Ma cosa ci sei venuto a raccontare la favola dell’acqua calda? Son cose che sappiamo tutti a menadito, e sono anche vecchie come il mondo. Non ti dice forse niente questo ben più attempato brano?

«…Già era di nuovo finita la fiamma; non si vedeva più venir nessuno con altra materia, e la gente cominciava a annoiarsi; quando si sparse la voce, che, al Cordusio (una piazzetta o un crocicchio non molto distante da lì), s’era messo l’assedio a un forno. Spesso, in simili circostanze, l’annunzio di una cosa la fa essere...».

I promessi sposi
Alessandro Manzoni - 1841

No, no…per l’appunto, cari amici viandanti per pensieri. Non era mia intenzione qui oggi, mettere su per vostro conto il bollitore del tè. Sono o non sono stato io il primo a dirvi che di queste cose ne parlava già la bisnonna di mia zia?


6 commenti:

Yossarian ha detto...

Gilli, a parte che una frase del genere poteva essere partorita solo da un professore di estetica, rimane tuttavia a mio modesto avviso una precisazione da fare, altrimenti si rischia di prendere Perniola come una sorta di profeta New Age per hippies vecchi e nuovi rincoglioniti.

Che Perniola piaccia o no, la sua critica si rivolge al modo di comunicare dei mass-media e NON alla comunicazione in generale.

Avevo un amico che lo amava molto e m'introdusse alle idee di Perniola, anche se non ho mai approfondito.

Quindi quando dici "Il sistema pervasivo della comunicazione" e' importante sottolineare che si tratta di mass-media.

Certo, so che e' implicito nel tuo post, ma siccome nel caso di Perniola e' facile fraintendere sia nel bene, sia nel male, occorre sottolinere con forza che si tratta dei mass-media.

Perniola a parte, mi permetto una osservazione: non credo che il livello di cultura possa fungere automaticamente da filtro positivo per interpretare le notizie.

No, tranquillo, lo so che non sei snob, non mi fraintendere. :-)

Spesso e volentieri persone istruite si fanno abbindolare dalle notizie o si fanno strumentalizzare quanto le persone con un basso livello di istruzione.

La cultura ti fornisce un mezzo per analizzare le notizie e farti una opinione personale, ma questa opinione personale non e' corretta o automaticamente valida perche' hai una istruzione.

Uno storico marxista avra' una interpretazione della storia diversa da uno storico di matrice cattolica e conseguentemente applichera' questa sua visione all'interpretazione di una notizia.

La cultura non ti fa interpretare automaticamente le notizie in maniera neutrale e giusta.

Io e te non siamo esattamente due bifolchi ma spesso e volentieri interpretiamo fatti e notizie in maniera diversa.

In questo senso sono anch'io un "inerme culturale" come te di fronte a cose che non conosco.

E' difficile per tutti valutare, cultura o no.

:-)

Gillipixel ha detto...

@->Yossarian: ti ringrazio, Yoss, per le puntuali precisazioni, con le quali concordo in pieno :-)
Probabilmente ho dato troppo per scontato certi punti che invece andavano sottolineati meglio...

Certo, in questo discorso bisogna intendere comunicazione come mass-media, perchè altrimenti nessuna comunicazione (ad esempio un docente universitario che tiene una lezione o che scrive un saggio...) si salverebbe più...

L'altra cosa è altrettanto vera, ossia il livello di cultura personale non ci immunizza dai possibili effetti dannossi della comunicazione...questo un po' l'ho detto, dichiarandomi inerme culturale di fronte a certi temi...

Diciamo allora che chiunque corre sempre dei rischi quando, da parte di "specialisti" non proprio onesti intellettualmente, gli vengono propinati argomenti in formato mass-mediale (se mi passi il termine da conato :-)...

Però rimane il fatto che essendo dotati di un minimo di cultura, un qualcosina in più ci si difende, rispetto a chi non è abituato ad osservare il mondo con un minimo di spirito critico...almeno, questa è un po' la mia impressione...sempre senza voler fare lo snob :-)

Rissumerei ulteriormente denominando il fenomeno come "sindrome del discorso da bar" :-) i mass-media ci vanno a nozze con le tonalità "informative da bar"...se uno ha letto, ha studiato un po', si è fatto l'idea che le cose del mondo possiedono una loro complessità, e come tali vanno osservate da mille angolazioni, soppesate nelle loro mille sfacettature, ecco, credo che costui sia un po' meno inerme di fronte ai tranelli della comunicazione mass-mediale...

Ciao Yoss, e grazie ancora per la tua eccellente disamina del mio articolo :-)

Gillipixel ha detto...

@->Yoss: poi, ti devo confessare una cosa, Yoss: in realtà quello a cui tenevo di più in questo articolo era raccontare la bellezzza della massima della bisnonna di mia zia :-)
Il resto l'ho aggiunto un po' perchè se no il tutto mi veniva troppo breve :-)

Rimane poi un fatto: indubbiamente me la cavo sempre meglio quando mi mantengo fra i confini surreal-poetici, senza avventurarmi nel regno d'improbabili sparate sociologiche d'accatto :-)

Io sono il Derrida della verza, non lo devo mai dimenticare :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

ecco a me hai evocato un altro detto, non mi ricordo più di chi, ma forse altrettanto bello: l'amore eterno dura tre mesi :-) bacetti

Ps ma che stavi male se scrivevi una cosa corta? :-D

Gillipixel ha detto...

@->Farly: bellissima anche la tua frase, Farly :-) Forse, la bisnonna di mia zia voleva dire anche un po' quello :-)
Bacini multisignificanti :-)

Gillipixel ha detto...

@->Farly: ah, scordavo, Farly...hai ragione, devo darmi le mazzate sulle unghie per essere più sintentico :-)
Mi viene così, non so cosa farci :-)
E pensare che a parole parlate sono così risicato...sarà per controbilanciare, boh :-)
Bacini equilibratori :-)