domenica 3 aprile 2011

Ecce bombo!

La differenza fra un normale essere umano raziocinante ed un Gillipixel creativamente sgangherato è presto detta.

Il primo (l’essere dotato di raziocinio) indirizza la propria espressività seguendo solitamente un tracciato progettuale più o meno rigoroso, nell’ambito di un’analisi costi-benefici, possibilmente raffinata attraverso una disamina critica dei pesi di significazione comportati da cause ed effetti in gioco.

Il secondo individuo invece (anche noto nella classificazione di Linneo col nome di “Gillipixellus Casualis”) si affida quasi sempre all’aleatorietà pura, ad uno stato di grazia “potenziale a fase alternata” (in quanto suscettibile di volgere in men che non si dica in “dis-grazia narrativa”…), altresì noto negli ambienti scientifici come la “sindrome di Ndo Coyo Coyo”, il più grande lanciatore di coltelli coreano.

Ad esempio, il fenomeno si verifica senz’altro quando scrivo un articoletto qui sul blog. L’idea di partenza è sempre nebulosa e mal definita, ma potere stare quasi certi che il risultato finale sarà pressoché irriconoscibile rispetto alle premesse iniziali.

Questo preambolo aprirebbe il campo a tutta una lunghissima dissertazione estetica sul discrimine fra intenzionalità espressiva insita nel fare artistico ed effettività dei significati colti successivamente dal destinatario del messaggio creativo medesimo. Ma siccome oggi un’aura di benevolenza ha carezzato la mia di intenzionalità, dando prova di somma clemenza nei confronti dei vostri maroni, vi risparmio il paventato pappone, e vi parlo invece molto più semplicemente del bombo.

Mi è capitato infatti di essere colto da un perfetto attacco di “sindrome di Ndo Cojo Cojo” giusto giusto nel caso di una recente «operazione bombo» intrapresa con la macchina fotografica. Vi avevo già detto qualche tempo fa della mia fascinazione per il bombo. Sin dalla prima volta che mi è capitato di considerare questa mini-bestiola, stretta e panzuta parente dell’ape, la simpatia ispirata è scattata innanzitutto sulla base del suo aspetto.

Ce lo avrete presente: il bombo è una sorta di ape lievitata, una vespa montata a neve giallonera, un’«aponzola» un po’ più goffa ma soprattutto impreziosita da una buffa pelliccetta che lo fa somigliare ad un rappresentante dell’aristocrazia “zonzatrice” dell’aria, ma di un ramo nobiliare un po’ minore, che non prende se stesso particolarmente sul serio.

Insomma: il bombo è il mio piccolo super-eroe entomologico e quando mi capita l’opportunità di osservarlo dal vivo, mi trasmette sempre una sensazione di gradevolezza estetica divertita ed ammirata. Per dire, il calabrone mi ha sempre ispirato una fifa boia, mentre altre grosse “apone” maiuscole dall’addome rossiccio (delle quali non conosco il nome) mi hanno sempre evocato l’idea di cattiveria e di punture terribili.

Il bombo invece mi suscita “gonzezza”, ronzante amabilità bonacciona.

Ma questo cosa c’entra con quanto detto in apertura?
Ecco, sì, vi dicevo per l’appunto della mia fotografica «operazione bombo». Se infatti ammirare il bombo è già di per sé esaltante, riuscire a coglierlo in una foto riserva micro-soddisfazioni ancor più sottili e diffuse. Il bombo tuttavia non è un soggetto facile.

Mi sono informato un po’ su wikipedia ed ho saputo che è di indole molto poco aggressiva, punge solo se viene fatto incazzare parecchio. Tra l’altro non ha l’aculeo seghettato, come la sua cugina ape, conosciuta nel mondo degli insetti anche col nomignolo di “un colpo e basta”. L’attrezzo sforacchiatore del bombo è liscio, per cui può permettersi anche il lusso di crivellare ripetutamente il malcapitato.
Anche in questo particolare, la natura ci è dunque maestra, confermandoci la risaputa verità spesso riportata dal saggio tardomedievale “Plinio lo Stravecchio” con siffatta sentenza: «… assai rara cosa est lo far incazzare lo individuo de’ bonaria indole, sed quando cotesto fatto accade, irti et aciduli virili membri ne conseguon per ciascheduno…».

La cosa più sorprendente poi, leggendo riguardo alla natura del bombo, si è rivelata quando ho scoperto una sua particolarità che fra me e me mi ha fatto esclamare: «…Ma fratello bombo e sorella luna! Questo è proprio il mio alter-ego del mondo degli insetti!…».

Dovete sapere infatti, cari amici viandanti per pensieri, che il bombo, a differenza delle api sempre intruppate in comunità di migliaia di individui, lui no, lui se la “sgavazza” in piccole congreghe bombesche di una cinquantina massimo di esemplari, praticamente delle bomboniere (he-he, ha-ha, hu-hu…).
Questo passaggio delle abitudini bombarie l’ho trovato particolarmente delizioso, ed ha rafforzato in me l’immagine un po’ fumettistica che mi sono fatto di “Sua Micro-Pelosità”.

Se è vero infatti che, da una parte, la società delle api è paragonabile ad un ammirevole esempio di impeccabile socialismo reale metropolitano applicato alla microfauna, felicemente coniugato con un sistema di governo basato sui migliori principi della monarchia illuminata, per il bombo invece è tutta un’altra solfa “socio-politico-insettistica”.

Il bombo è il rappresentante entomologico di un riformismo campagnolesco utopico di stampo ottocentesco, germogliato in seno ad un’aristocrazia di proprietari fiorieri consapevoli della profonda ed insensata iniquità sociale insita nel proprio privilegio di casta. Il bombo insomma è un nobile sempre più dubbioso della propria condizione di privilegiato, che indossa la pelliccia buona della domenica più per abitudine, ma sotto sotto parteggia per una generale riforma agraria in grado di portare ad un’equa suddivisione di nettare e fiori per tutti, con un posto assicurato nel letto della regina anche per l’ultimo e più umile fuco del reame.

Per tornare però alla mia piccola battuta di caccia fotografica, ecco che l’altra sera, verso l’imbrunire, lanciando uno sguardo distratto alla bella e rinnovata fioritura sfoggiata dal ciliegio in giardino, mi è caduto l’occhio proprio su un bombo intento alle sue pingui ricognizioni nei paraggi dei mazzetti di fiorellini.

Sono così subito corso a prendere la macchina fotografica, l’ho armata di zoom tele 70-210 e, impostando la funzione macro mentre invocavo nel frattempo la protezione spirituale di Ndo Coyo Coyo, mi sono messo a sparacchiare scatti verso l’alto, in direzione di dove mi sembrava si stesse posando di volta in volta il nostro pellicciuto eroe.

Di diversi clic fatti, i più belli a mio parere, scaturiti in maniera rigorosamente fortunosa, sono questi tre che vi presento.

Il primo, neanche a farlo apposta, sembra fermare le bombesche movenze proprio nell’atto più consono a coglierne la sua indole un po’ godereccia, da buongustaio delle entomologiche delizie. Wikipedia non lo diceva, ma io ci scommetto che il nostro piccolo eroe pilifero è un tipo piuttosto dedito al corteggiamento delle bombe più graziosette e che non disdegna nemmeno le piccole abbuffate voluttuose di nettare e pollini.


Osservate infatti in questo frangente, come si è buttato a pesce dentro al calice del fiorellino. Un particolare tradisce i suoi simpatici modi di fare da compagnone godereccio: le zampette posteriori sono rimaste leggermente a penzoloni sul limitare dei petali, come se nell’impeto dell’arrembaggio sbafatorio, gli fosse venuto meno l’appoggio, ma lui, non potendogliene fregare di meno, rimane placidamente assiso al suo banchetto, sgambettando delicatamente a capofitto nell’estasi dei piaceri floreali.

La seconda discreta immagine scattata, con demenziale gioco verbal-concettuale costituisce per l’appunto anche un “riscatto d’immagine” per il nostro piccolo eroe. Qui il bombo offre un saggio della sua arte aviatoria, le alette sottili frullano come carta velina aeronautica librata nell’aria e lui si mostra nelle sue evoluzioni in quota, rifulgendo pienamente della sua buffa eleganza pelosa.


Planando a nostra volta sulle ali della fantasia, possiamo osservare questa scena come fosse un futuristico progetto architettonico, visionario di una città del domani. I calici dei fiori di ciliegio sono altrettanti grappoli di terminal aeroportuali o aerospaziali, pronti ad accogliere gli atterraggi e i decolli delle piccole astronavi bombesche. Il flusso di linfe e di fluidi d’interscambio fra terminal e velivoli, scorrendo lungo il rametto che regge le piccole basi di approdo, produce vita per le terminazione urbane poste più in basso, fuori inquadratura.

L’ultimo fotogramma che mi piace presentarvi, ci riporta invece tutti coi piedi per terra. Qui il bombo si è messo praticamente a favore di fotocamera e sembra quasi mormorare fra sé e sé: «…Ma guarda un po’ cosa tocca fare per togliersi dai coglioni ‘sti fotografi da quattro soldi! Se non mi metto un po’ in posa io, col cacchio che ce la tira fuori una foto un po’ decente!…».


8 commenti:

Marisa ha detto...

Gilli, sei incredibile, l'ode al bombo è proprio stupenda!


p.s.
la parola antispam sotto questo post è apigen

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: grazie, Mari, la tua gentilezza mi lusinga sempre...in effetti, sono veramente sorprendenti certe volte le coincidenze che scattano con le paroline di verifica di blogspot :-)

Ancora grazie di cuore, cara Mari...da umile scribacchino quale sono, mi fai un po' arrossire, ma va bene così :-)

Bacini volanti :-)

Marisa ha detto...

...altro che umile scribacchino, sei molto abile con le parole tant'è che spesso non riesco a fare commenti adeguati.
ciao, ciao

Gillipixel ha detto...

@->Marisa: grazie tante ancora, Mari :-) la scrittura è la mia dimensione privilegiata...o almeno, così credo :-)
Non lo so come mai, ma attraverso la dimensione scritta mi immergo nel mio habitat naturale, un po' come un bombo a capofitto nel nettare :-)

Bacini rinnovati :-)

farlocca farlocchissima ha detto...

bzzz bzzz bzzz qui radio bombide 12564345 FM-apistica, volevamo ringraziare sentitamente l'abile gillipixico nostro lodatore... bzz bzz bzzzzzz penso che la verremo a trovare in 45 al più presto, anche perché quel suo ciliegio sembra davvero appetitoso.

Baci bizzzarri

Gillipixel ha detto...

@->Farly: bzzzz, bzzzzzz...grazie a voi, amici bombi di bombonia :-D
E' stato un onore ed un privilegio per me poter tessere le lodi della vostra leggiadria bombonevole impellicciata :-)
Sul mio cigliegione siete sempre i benvenuti :-)

Bacini ronzanti :-)

Andrea Broggi ha detto...

Passo per caso.
Sei stato davvero uno spasso.
Sottolineo spasso!

Ti auguro una buona giornata, a presto.
A.

Gillipixel ha detto...

@->Andrea: grazie mille, Andrea...è stato un piacere per me ricevere la tua visita ed il tuo commento...ti ringrazio anche per esserti messo nella mia lista di lettori, molto gentile da parte tua...

Buona serata a te :-)