domenica 20 ottobre 2013

Vecchie fughe, nuove innaturalità



Ho visto un po’ di tele. Le solite cose, spezzoni di tg, spot a raffica, servizi insulsi, blateramenti calcistici, iper-puntinismo informativo spizzicato qua e là dalle emittenti locali. Ho fatto un giretto sul balcone: tuonavano lampi possenti e scrosciava forte. Ma l’aria era calda, piacevolmente innaturale, per essere il 20 ottobre 2013.

Ho ripensato allo scrivere come privilegiata fuga dalla realtà. Lo scrivere come apertura di mondi, nell’insoddisfazione di quello che ci circonda. Lo scrittore è un fuggitivo, un nostalgico della meraviglia perduta.

Nel passato lo scrivere serviva a fuggire dalla miseria, dal dispotismo, dall’ingiustizia sociale. Si badi bene, non si trattava sempre di fuga nel senso evasivo ed ottundente del termine. Molto spesso entravano in gioco la potenza del sogno, la visionarietà dell’utopia, la contagiosità del desiderio di andare oltre, tutte robette capaci poi di tradursi in alcuni casi in vere e proprie molle di cambiamento effettivo dello stato delle cose.

Oggi, forse, uno dei più potenti motori di cambiamento può rivelarsi la tv. Se uno si ferma a rifletterci un attimo, è talmente stupido il mondo dipinto dalla tele, che il desiderio di fuga si amplifica a dismisura, fonte potenziale per i più eccelsi talenti letterari.

Il problema è che i momenti di lucidità di questo tipo sono rari, di fronte alla scatoletta ex catodica, ora elle-ci-diale. E allora uno ci sta davanti, come sul balcone, a godersi il tepore di una serata piovosa di metà ottobre. Non gliene frega che sia innaturale, iannaccianamente gl’importa solo l’effetto che fa.
 


6 commenti:

Vanessa Valentine ha detto...

Siamo fortunati, Gilli: possiamo goderci la scrittura, la lettura, la visione, la riflessione davanti al temporale.
Questo perché lo studio e la passione ci hanno regalato il privilegio di poter scegliere come governare e distrarre l'anima, una chiacchierina che ha spesso pensieri cupi.
Passare tutta la sera a fissare uno smartphone...beh, a qualcuno può piacere. Stare otto ore davanti alla tv...anche.
Come sempre, abbiamo tante scelte, molti per pigrizia non accendono il cervello troppo spesso, si spiaggiano volentieri (è tutta questione di gusti, per carità). La tv è anche istruttiva e divertente, omeopatica se presa con le goccette giuste, poche e buone.
Ah, ma i temporali...tuoni e fulmini anche qui, ieri sera. Spenta la tv sennò i lampi me la cecchinavano, a nanna con Saviano di ZeroZeroZero (non lui fisicamente, ohimè...:)))) ), belle sensazioni.
Penso che a questo mondo se sei un tipo complesso ma in senso buono te la godi un sacco.
Devi avere il coraggio di essere complicato, però.
Ti devono piacere i temporali.;)))))))
Fuggire è lecito.

Gillipixel ha detto...

@->Vale: sono un televisionario, Vale :-) lo confesso :-) mi piace molto, però la guardo cum grano salis e concordo sul fatto che sia istruttiva e divertente...a proposito di LaEffe, da te citata nel tuo blog, mi sono visto l'altra sera una bellissima conferenza di Baricco su Proust...in tutta Italia, l'avrà vista un pungo di persone, ma credo che il segreto stia proprio qui: guardare le cose che guardano in pochissimi :-) stai sicuro che è roba buona :-)

A volte però, mi incanto nel flusso dell'ordinarietà televisesca e fa un po' impressione vedere come l'idiozia imperi sovrana...è vero che uno dice: va beh, cambio canale, o meglio: spengo...ma poi pensi anche che milioni di persone quella roba se la bevono come uno sciroppino per la gola e...insomma, è abbastanza sconsolante, la cosa...

I temporali mi piacciono, a patto di non trovarmi in mezzo ad un prato con in mano una stecca di metallo appuntita :-)

Mi piace la tua definizione dell'anima: "...una chiacchierina che ha spesso pensiero cupi..." :-) rende benissimo l'idea :-)

Bacini proustiani :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Com'è vero, Gilli...le "ordinarietà" (sei gentile, io le definisco quasi sempre vaccatone...:))))) ) son sempre fatte da gente che con quelle ord. o vacc. ci mangia e ci fa mangiare i figli...e le mogli, ex o attuali, o i mariti, ex ed attuali. Ma sto divagando.;))) Come sempre.
Insomma, io non contesto il mainstream, per carità, mi basta che ci siano delle nicchie comode comode con cuscini e bagigi per gente come te e me, capaci di perdersi per le divagazione di Daverio su di una cattedrale o di Baricco su Proust (tra l'altro, l'ho ripreso...mamma mia, quanta ciccia al fuoco metteva il languido Marcel!)
Senti cosa ti dico, possono anche prendermi per il cubo dicendo che sono la solita fighetta schizzinosa, che me ne cale. :))))))) Io sono fatta così, sto bene in mezzo all'arte e mi godo la sagra della porchetta, pure. Sono...versatile.:))))))))))
Uno o una devono sempre e soltanto rendere conto alla propria sensibilità. Maggiore è l'affinamento in botti di rovere, beh, io penso, meglio è.:))))))
Concordo sul prato e sull'assenza di metalli appuntiti..Meglio comodi in divano con un bicchiere del nettare disceso direttamente dalle botti di rovere (che non hanno mai attirato un fulmine in vita loro, ci scommetto):)))))))))
Bacini teroldego rotaliani:))))))

Gillipixel ha detto...

@->Vale: il livello "popolare" della cultura è parte fondamentale di noi, Vale :-) concordo...ci sono state però epoche ed espressioni artistiche che lo hanno saputo coniugare perfettamente con forme alte (per fare solo due esempi da sgangherato qual io sono, penso all'opera lirica, somma sintesi di popolarità e raffinatezza musicale, oppure alla tragedia greca, oppure alle opere di Moliere, che coinvolgevano il pubblico, invitandolo a riflettere sui grandi temi della vita...)

Molti prodotti di intrattenimento attuali invece, spalano solo cacca nei crani della gente (se mi passi la sottile metafora :-D

Questo non fa molto ben sperare...ad ogni modo, rimane il fatto che, a mio parere, le menti luminose sanno farsi luce anche attraverso le più nebbose nebbiose plaghe ignorantarie :-) io ci credo in questa cosa...credo che funzioni così...altrimenti non si spiegherebbe come mai, nonostante stuoli di ministri e dirigenti abbiano fatto di tutto per demolire la scuola italiana, continuano ad uscire fuori dei cervelli di prim'ordine dal nostro sistema educativo :-)

Bacini bagigi :-)

Vanessa Valentine ha detto...

La speranza è una gran dea, Gilli!:))))))
Sarebbe bello tornare indietro nel tempo, quando gli standard popolari come dici tu, erano di livello ben maggiore...chissà, forse perché la vita era breve e scomoda l'arte ci metteva più impegno creare...adesso che ci abbiamo il riscaldamento e gli smartphones è andato tutto in vacca....:))))))))))))))
E' triste pensare che abbiamo a disposizione tanta informazione e una vita sola, questo sì.:(((((
Magari nel Sei, Settecento c'erano già i neomelodici parigini, e piacevano tantissimo...e poi c'è arrivata solo la musica migliore, perché qualcuno ha sfoltito...:))))oh, quanto mi piacerebbe poter viaggiare nel tempo!!:))))))
E la scuola...piena di diamanti grezzi...com'è vero. E di ottima volontà, malgrado tutto.
Ragazzi che leggono senza che nessuno glielo ricordi...piccioli.
Speranza, Gilli, io sono sempre piena di speranza.;))))))))
Bacini settecenteschi.;)

Gillipixel ha detto...

@->Vale: eheheheh :-) la tua speranzosità mi piace molto, Vale :-) perché so che è frutto di una elaborazione a suo modo complessa...il tuo ottimismo è fonte di elaborazione, segue un tuo percorso un po' oriental-veneto che è molto bello :-)...

Chissà se nel passato se la passavano davvero meglio :-) di sicuro stiamo sempre più "esternalizzando" le nostre anime...un tempo, si lavorava più dal di dentro :-) non so... :-)

Bacini sovrastorici :-)