venerdì 24 giugno 2016

Le muse di Kika van per pensieri: Eugenio De Blaas (1843-1931) – “L’acquaiola” (1908)


Per questa nuova puntata della rubrichetta “Le muse di Kika van per pensieri”, Kika ci ripropone ancora un’opera del pittore visto la scorsa settimana, Eugene De Blaas. Parliamo oggi del dipinto intitolato “L’acquaiola”, del 1908.

Lascio da parte eventuali considerazioni critiche (che vista l’importanza relativa di questo autore, non darebbero adito a grandi discorsi e disamine), e mi affido ancora al metodo di analisi più diretto e spontaneo, ossia la pura osservazione, lasciando spazio alle impressioni immediate.

Come già successo con le due leggiadre raccoglitrici di conchiglie, anche in questo caso s’impone subito il dato della fascinazione femminile. Se dovessi dare una definizione di quest’opera, direi che si tratta di un “quadro tattile”. Tanti sono gli elementi, infatti, utilizzati come “dispositivi” visivi, atti a sollecitare sensazioni di contatto fisico. La variazione delle superfici è molto ricco: dal liscio traslucido del paiolo di rame e della brocca di vetro, alla scabrosità a tratti incisa nel profondo del muretto; dalla levigatezza dei piani (di pietra o marmo) sui quali la ragazza poggia i piedi e le braccia, alla “ondosità” del panneggio della veste. 

Ma poi, sono proprio i punti di contatto del corpo della deliziosa procacciatrice d’acqua, con il suolo e col muretto, che sembrano esaltati dalla composizione. Le braccia e i piedi nudi posati sul selciato e sul parapetto, la languida posa delle mani, abbandonate mollemente, lo sguardo sornione e un po’ sfacciato, gli occhi socchiusi con sufficienza: sono tutti elementi che contribuiscono alla sensualità generale della scena. Tutti questi elementi, ovviamente, sono i pregi, ma anche i limiti dell’opera, che denuncia in questo modo un’eccessiva ricerca dell’effetto fine a se stesso.

Nella mia indagine da detective fisiognomico, ho scovato tre volti. Le somiglianze sono un po’ vaghe, ma tutte messe insieme, hanno il loro perché.

Ecco il primo volto:


Si tratta di una donna di spettacolo, presentatrice televisiva di diverse trasmissioni di alcuni anni fa: Melba Ruffo.

A seguire, ecco la seconda somiglianza:


Questa è la fascinosa attrice napoletana Luisa Ranieri.
E infine, chiudo con l’ultimo volto, già protagonista di altre puntate, ma che mi sembrava adatto anche per l’attuale soggetto:


E’ ancora un’attrice, stavolta l’americana Mary Louise Parker.

Si conclude così questa puntata express della nostra rubrichetta. E ora sul blog di Kika, possiamo andare a scoprire come la nostra maghetta della moda ha rivestito la conturbante acquaiola di De Blaas.

1 commento:

Kika ha detto...

Interessante questa nota sulla tattilita' del quadro! In effetti a me aveva dato subito una sensazione di vita e freschezza, come se la scena si svolgesse proprio davanti a me nella realtà... come se si potesse toccare :)
Essere così realistici non è uno dei migliori pregi di un pittore con la p maiuscola, ma a volte è piacevole rimanere colpiti proprio da questo aspetto, forse un po' superficiale ma sempre fonte di sensazioni (se non di emozioni). A proposito di sensi: paragonato a questo, il dipinto dell'altra volta direi che fa appello al senso dell'udito. Non pare di sentire il quieto rumore del mare calmo e il tintinnio delle conchiglie che cadono nella cesta? :)

Ps: dive azzeccatissime anche stavolta!