venerdì 17 giugno 2016

"Un pensiero al giorno" 82 - "Il solletico delle nubi"


"Un pensiero al giorno"

82 - "Il solletico delle nubi"

Ci sono diversi modi di guardare verso il cielo. La sensazione generale è quella di stare sotto a un immenso tetto, il più grande immaginabile. Contrariamente a un tetto vero e proprio però, il cielo è rassicurante quando è "sfondato".

Ci sono giorni in cui lo senti basso, ermetico, sigillante, il cielo. E la cosa non ti fa tanto star bene. Allora si passa molto tempo con lo sguardo al suolo, o al massimo ad altezza uomo (e per questo si frequentano persino più volentieri persone di bassa statura). Si preferisce distrarsi con faccende terricole, fare finta che quel coperchio lassù, con le sue pressioni, quasi sia scomparso. Si è disposti a dimenticare che un cielo esista, pur di non patirne il gravame.

Ma poi magari capita un attimo di distrazione, nel quale si scorda anche quanto s'intendeva dimenticare. Un'occhiata sfugge in alto e subito si viene risucchiati verso uno squarcio spettacolare. Il cielo non è più barriera, ma filtro. Si spalanca verso un altrove. 

Se nel caso di cielo ermetico, la percezione primaria è quella di star vivendo sulla Terra, quando il cielo si spalanca, ci si sente parte del cosmo, il nostro paese diventa l'Universo, siamo di colpo cittadini dell'infinito.

Il cielo allora non è più un confine entro al quale ti senti stretto, ma il nastro inaugurale di spazi vasti. Non è un muro d'aria, ma traspare e traspira. Lo sguardo si sente invitato a salire su una rampa di lancio, per partire verso qualsiasi viaggio interplanetario della fantasia.

Di solito, questi cieli amici dell'immaginifico sono di un blu radioso e ancor più intensa è la loro portata di bellezza, se sono corredati da mantelli sparsi di nuvolette. Si aggiunge allora anche un piccolo miracolo: la luce, invece di venire giù dall'alto, sembra innalzarsi da terra e poi svaporare su, sempre più rarefatta e pregiata, via via che si mescola al blu.

Sotto cieli così, non ci si sente "sotto", ma "verso". E l'animo si espande, respira, si ricolma di gioioso guardare. Si fa esso stesso batuffolo di nuvola e svolazza in balia di ogni corrente, fiducioso di esser trasportato sempre nel luogo più bello.



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