giovedì 30 giugno 2016

"Un pensiero al giorno" 95 - "Dolce virulenza floreale"

"Un pensiero al giorno"

95 - "Dolce virulenza floreale"

Una piantina di camomilla ha fatto capolino nella crepa fra muro e marciapiede della vetusta casa. La camomilla, qui nei paraggi, per me è un ricordo di bambino.

Qualcuno l'avrà seminata, tanti anni fa. Oppure l'ha portata il vento o un uccellino. Quello che so è che ce n'era parecchia, allora. Mi divertivo ad associare le piantine viste intorno a casa con l'immagine riportata sulle scatolette di camomilla, nella credenza in cucina. Oppure con i filmati di certe pubblicità in bianco e nero viste alla tele (Filtrofiore Bonomelli, camomilla Montania).

E immaginavo una qualche vecchietta o un antico nonno del passato, che aveva riposto i semi nel terreno intorno a casa, magari nella speranza di preparare qualche tazza di un suo infuso casalingo.

Non sono mai stato un bevitore di camomilla, lo confesso. Se devo dirla tutta, fin da piccolo, ho sempre preferito magari un goccio di rosso (nelle giuste dosi, sempre). Ma la camomilla mi stava simpatica già da allora. Primo per il suo ricordare l'assopimento, il favorire stati d'animo placidi e rilassati. E inoltre anche perché, per l'appunto, era un fiore che andava in tv senza tanto montarsi la testa, continuando a concedere la sua familiarità anche nel nostro cortile.

I fiori poi s'inoltrano in una loro tenera caparbietà. Sembrano fragili, danno l'impressione di poter durare il volgere di una stagione e dopo seccarsi, sparire. Invece si trasmettono in mille modi e portano con sé il ricordo delle persone che non ci sono più.

A costo di ritagliarsi uno spazio improbabile in una angusta fessura. La loro grazia è insieme potenza. Volontà di esserci, che un po' spaventa e tanto affascina anche.

E il bugnato dello zoccolo di cemento sul muro diventa uno sfondo dai tratti appropriatamente lunari, adatto a questa caparbietà vitalistica esemplare.

Una forza che non a caso è inimmaginabile, se non unita a qualche idea di intervento dal cielo. Un'energia vegetale sotterranea, sempre presente e pronta a manifestarsi nelle fessure che sfuggono al controllo temporale dell'uomo. Ancor più strana da immaginare, se associata a una piantina solitamente evocatrice di calma e serenità tiepide, indotte dai familiari vapori dei suoi infusi.


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