mercoledì 13 luglio 2016

"Un pensiero al giorno" 105 - "Freaky-freaky, freaky-freak"

"Un pensiero al giorno"

105 - "Freaky-freaky, freaky-freak"

Fra gli ingredienti fascinosi e fastidiosi dell'estate, la cicala è forse il più classico fra i classici. Dal punto di vista del sottofondo bio-faunistico, ogni mia estate è sempre stata la cicala medesima in quanto tale. Estate "è" cicala, e viceversa.

Il suo canto è così permeante, pervasivo, penetrante, onnicomprensivo, da diventare un elemento indistinguibile dall'ambiente diurno estivo stesso. Quel tipo di suono è tanto fitto e intrecciato all'udito che pare sovrastarci come un tetto a cupola di stuoie grattugianti, sotto al quale non puoi fare altro che stare.

Mi sono informato un po' e ho letto una cosa che fa sorriso e meraviglia nel contempo (uso deliberatamente l'impropria, se non errata, espressione "fare sorriso", perché mi garba: "mi fai sorriso", dunque, nel senso di "mi sei simpatico").

La cosa buffa e portentosa della cicala è che tutto quell'ambaradan di suono, quel gran patrimonio rumoroso, quell'ardimentosa architettura di decibel, la mette in piedi per "questioni amorose".

Alla vasta cappa frinente provvede il maschio soltanto, grazie a delle lamelle vibranti, disposte sotto l'addome. Lo fa in forma di richiamo per le femmine, che da parte loro percorrono un'altra strada uditiva per dichiararsi, non continua ed estenuante come quella maschile. La femmina fa solo uno schiocco secco con le ali, ogni tanto, un suono difficile da cogliere per i non-cicali.

A vedere tutto il fenomeno nell'insieme, si possono intravedere dei risvolti buffi. Uno è che tutto il mondo dei viventi è paese. Così come capita ai poveri umani maschi, il corteggiamento si rivela una faccenda lunga, faticosa e che fa mettere in preventivo un dispiego di forze emotive e fisiche smisurato. Chissà quale pletora di promesse, millantamenti, trombonesche iperboli, intavolerà il povero cicalo in quelle ore e ore di infaticabili cantate. E tutto per uno schiocco d'ali della sua bella, che lo proietterà nell'estasi del compimento sensuale.

Ma c'è anche una sfumatura ironica che ci riguarda più da vicino. Nell'epoca in cui l'uomo sembra aver raggiunto ormai il controllo pressoché completo sul proprio ambiente; a questo punto della storia, segnato da un dominio della tecnologia sulle vite delle persone, mai visto e concepito prima; con tutto l'apparato programmatorio e progettuale di cui disponiamo per far andare gli eventi in una direzione o nell'altra, siamo ancora costretti, a ogni nuova estate, a sottostare ai capricci della fregola di migliaia di insettini rumorosi, che incuranti di tutto, continuano imperterriti a cantare sopra le nostre teste i propri "caciarosi" inni alla gioia amorosa. Mentre a noi poveri umani non rimane altro da fare che stare sotto questo gran tendone da circo corteggiante. Afa boia sotto una cappa di foia, si potrebbe sunteggiare.

E tutto ciò mi sembra molto bello.


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