sabato 30 luglio 2016

"Un pensiero al giorno" 125 - "Trans-bodale"

"Un pensiero al giorno"

125 - "Trans-bodale"

Quanto ho scritto stavolta fa davvero schifo. Capita a tutti una giornata no.

Volevo fare una robetta in forma quasi-poetica. Non sono un poeta, non voglio offendere chi lo è veramente. Diciamo che mi piace ogni tanto mettere giù sequenze di parole, andando a capo a sorpresa e seminando rime qua e là. Questo faccio io, che è ben diverso dal fare poesie.

Ad ogni modo, la quasi-poesiola ce l'avevo già tutta in mente. Solo che col caldo che fa, e un po' per pigrizia, non mi usciva. Sentivo di possederne il senso, ma non si lasciava mettere dentro la forma che mi sarebbe piaciuta.

Allora, farò una cosa che con le poesie, dicono, non si dovrebbe mai fare. Ve la spiegherò, ve la racconterò. Perché se questo è vivamente sconsigliato con le poesie già fatte, mi sento almeno di poterlo fare con una che manco è mai nemmeno venuta alla luce.

Il titolo in realtà ce l'avevo. Doveva chiamarsi "Trans-bodale". Sarebbe stato un neologistico gioco di parole (un po' bruttino) con il termine inglese che indica il corpo, "body". Oltre il corpo allora, "trans body", a significare lo stupore del poeta di fronte alla meraviglia del corpo femminile.

In realtà ancora, avevo ipotizzato anche i primi versi. Facevano così:

In te tutto è paesi esotici 
onda di risacca e sobborghi erotici
mille e un continente 
dall'ovest di una spalla,
sino all'altra, in oriente.
Dall'Europa della tua bocca
traspirano frasi 
Dall'Africa della tua lingua
sospiri umidi e pensieri
L'Asia dei seni è un arabesco
la punta al caramello
sapor di pesco.
Colonne d'Ercole le gran cosce
chi naviga oltre non teme ambasce.

E tuttavia qualcosa qui s'inceppava. Tutti immaginano dove si sarebbe andati a parare. L'inaffferabilità del contrasto tra fisico e angelicato, in una sola unica creatura: la donna.

Ma ogni parola usata sarebbe stata impotente di fronte al mistero. Un mistero veramente tale, chiede forse soltanto di essere taciuto. Certo, è dovere e vanto di ogni poeta e artista, non arrestarsi mai di fronte a nessun "ineffabile".

Il poeta vuole dire anche ciò che è sommamente inenarrabile. Gli enigmi della vita sono il suo pane, se ne ciba avidamente. Il mistero della femminilità, lo hanno indagato per secoli, eppure per ciascuno rimane sempre una parola ulteriore da dire.

Ma oggi, nella sfida tra il non dicibile e le parole, ha vinto il non dicibile (...anche se questo finale fa un po' "Man vs. food").




3 commenti:

Occhi blu ha detto...

"My love for Linton is like the foliage in the woods. Time will change it, I'm well aware, as winter changes the trees. My love for Heathcliff resembles the eternal rocks beneath - a source of little visible delight, but necessary. [...] I am Heathcliff - he's always, always in my mind - not as a pleasure, any more than I am always a pleasure to myself - but as my own being - so, don't talk of our separation again - it is impracticable"
(Emily Brontë, "Wuthering Heights")

Gillipixel ha detto...

@->Occhi Blu:

"...Bad dreams in the night
they told me I was going to lose the fight
leave behind my wuthering, wuthering
wuthering heights

Heathcliff, it’s me, Cathy, I’ve come home
I’m so cold, let me in-a-your window
Heathcliff, it’s me, Cathy, I’ve come home
I’m so cold, let me in-a-your window..."

Kate Bush :-)

Occhi blu ha detto...

Bellissimissimaaaaaaaa!!!!!!!
��